Dal nostro viaggio in Islanda, ecco il primo racconto che abbiamo incontrato per strada.
Thrasi di Skógar era un uomo molto agitato. Ma in età avanzata, quando senti che la morte si stava avvicinando, si mise a pensare alle proprie ricchezze e decise che preferiva non venissero suddivise. Perciò riempì un baule di denaro e oggetti preziosi e lo seppellì nel profondo specchio d’acqua che si forma sotto la cascata Skógafoss. Lì il baule è rimasto, secolo dopo secolo, e per molto tempo una fiancata è stata ben visibile oltre la cortina d’acqua.
Nel corso del tempo molti hanno tentato di prenderlo, ma nessuno ha avuto successo, tanto che tutt’oggi, tra gli islandesi, si tramanda l’antica strofa:
Una cassa zeppa oro
lì a Skógar, alle cascate.
Chi la prenderà per primo
otterrà soldi a palate.
Giunti a Skógafoss, non potevamo non andare a controllare, ma del baule nessuna traccia… sarà perché era ben sorvegliato da tre grandi Troll? Riuscite a vedere anche voi i loro visi che sporgono dalla roccia?
Questi e altri racconti potrai leggerli su Atlante leggendario delle strade d’Islanda, a cura di Jón R. Hjálmarsson, edizione Iperborea.
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